Lo Sloan Kettering cancer center di New York è uno degli ospedali più noti al mondo nel campo della cura al cancro. Ormai da molti anni ha introdotto l’utilizzo delle medicine complementari, in particolare l’agopuntura, come supporto per i pazienti in cura. Vengono considerate metodiche da affiancare alla chirurgia e ai trattamenti farmacologici, talvolta proprio per attutire gli effetti collaterali. Di recente è stato siglato un accordo, promosso dal centro pubblico di medicina complementare integrata Fior di Prugna, tra l’azienda sanitaria Toscana Centro, l’Ispro, l’istituto oncologico toscano, con l’ospedale statunitense. L’obiettivo è quello di fare una ricerca scientifica sull’agopuntura nelle caldane oncologiche e anche di mettere in comune esperienze, linee guida dei trattamenti e magari anche dare vita a scambi tra professionisti. L’accordo sarà messo in atto da un comitato tecnico scientifico del quale fanno parte tra l’altro Sonia Baccetti del Fior di Prugna e Franco Cracolici della Scuola di agopuntura di Firenze, e Massimo Bonucci della Associazione nazionale per la ricerca sulla oncologia integrata.
La Toscana ha una antica tradizione di queste medicine, in particolare agopuntura, fitoterapia e omeopatia. Le ultime due nel progetto non saranno coinvolte anche se sono ampiamente utilizzate nel sistema pubblico toscano, tanto che in una struttura ospedaliera pubblica come Pitigliano si fa l’omeopatia. Anche per questo nel recente bando per la ricerca pubblica fatto dalla Regione si è previsto uno stanziamento di un milione di euro proprio per progetti di medicina complementare in oncologia.
Ci sono alcune applicazioni sulle quale esiste una letteratura scientifica, ad esempio sull’utilizzo dell’agopuntura per ridurre la nausea delle persone che fanno la chemioterapia. L’intenzione, comunque, è sempre quella di affiancare i trattamenti “ufficiali” validati scientificamente per aiutare i pazienti a sopportare meglio le terapie, ad esempio quelle antidolorifiche. Lo Sloan Kettering è stato uno dei precursori in questo senso nel mondo e già da tempo alcuni professionisti toscani avevano contatti con i colleghi di New York. Si è così studiata una ipotesi di accordo, che costerà circa 500 mila euro, soprattutto per fare il trial clinico randomizzato e controllato su 744 donne coinvolgendo l’Università di Firenze e i dipartimenti oncologici. – mi.bo.