Di questi effetti e di come porre rimedio, riportando in auge un Nuovo Umanesimo fatto di pensiero sistemico e di interconnessione fra le diverse discipline del sapere umano si è parlato durante la due giorni recentemente promossa ed organizzata da Unicoop Firenze "Idee per abitare il mondo". Il convegno ha rappresentato una sorta di antidoto dove relatori e pubblico hanno formato una rete, un entanglement, che si è nutrito di un approccio sistemico nella visione del sociale. Il confronto che ha seguito ed animato i diversi interventi è stato di quelli che non sarebbe dispiaciuto a Cartesio, Newton e Galileo, padri della scienza riduzionista, ma contemporaneamente avrebbe probabilmente affascinato studiosi di alchimia e prescrittori i oroscopi per convergere su quanto affermò Cartesio: "regolatore di salute è la fiducia nel potere riconosciuto alla natura di rimettersi da uno stato che essa conosce meglio di un medico che vede solo dal di fuori". Se si vuole invece rifarsi agli insegnamenti di Darwin secondo cui "non è la più forte della specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti", non si può tralasciare il concetto di crescita qualitativa, ormai unica via di uscita da una situazione in cui le risorse sono per gran parte consumate.
Allo stesso modo diventa quanto mai urgente seguire una logica che non veda nel profitto il committente privilegiato, ristabilire una cultura dell'ambiente e del cibo che valorizzi il consumo di alimenti locali e stagionali, tornare ad un pensiero condiviso per un futuro che veda l'uomo collaborativo, nei confronti del prossimo, e ne traduca l'abbraccio come una metafora di accoglienza e di amore. Insomma, come ha detto il fisico Fritjof Capra, diventa evidente che "la vita non è quindi solo una lotta di competizione, ma anche un trionfo di cooperazione e creatività". In questo contesto la medicina entra come attore fondamentale nella rete umana, in quanto suo compito è codificare una visione unitaria dell'uomo e ripristinare il codice della vita, quindi essenzialmente riproporre nuovi stili di vita, atti a prevenire più che a curare, a proporre senza imporre, a fornire al paziente dei mezzi per renderlo libero più possibile nelle sue scelte, coinvolgendolo in una cultura del proprio corpo che gli consenta di stare nel mondo interagendo col respiro, col cibo, con la conoscenza di se stesso che è potenzialmente un dato che appartiene a ogni creatura del pianeta. Per questo, nell'attesa che le nuove idee per abitare il mondo vengano messe in pratica da tutti noi, il miglior auspicio si concretizza nelle parole di Gary Zukav: "Abbiamo molte cose da fare, facciamole con cura, intelligenza e amore, facciamole insieme".
Franco Cracolici